La caffeina per anni è stata sul banco degli imputati, ma studi recenti la riscattano. Era - a torto - considerata responsabile di svariati disturbi, dalle aritmie cardiache all'aumento di colesterolo ed ai presunti effetti sulla pressione. Addirittura le si addebitavano effetti anche sullo stesso caffè, come il colore nero ed il sapore amaro. In realtà la caffeina è un alcaloide presente anche nel cacao, nel tè, nel guaranà e nella cola; è un principio attivo che - in quantità di molto superiori a quelle contenute in un solo caffè - agisce come analgesico, cardiotonico, stimolante del ritmo respiratorio e circolatorio, diuretico, antiasmatico e perfino anticellulite. Come già detto, l'equivalente contenuto in 3 o 4 tazze svolge una benefica azione stimolante sul sistema nervoso centrale.
Ma non agisce subito: ha bisogno di almeno tre quarti d'ora per entrare in circolo e l'effetto agisce per 4-6 ore, secondo le caratteristiche da individuo a individuo. Nei fumatori l'effetto si riduce a tre ore. Nelle donne in gravidanza gli effetti si mantengono blandamente anche fino a venti ore e fino a tredici ore in quelle che prendono la pillola anticoncezionale. Finita la sua "missione" viene eliminata attraverso i reni, e quindi l'organismo non riesce ad accumularla.
Non è vero che la caffèina dà assuefazione: pur essendo uno psicostimolante (nè più nè meno come cocaina e anfetamine) siamo ben lontani dal poterla considerare uno stupefacente! Anche se - come risaputo - se si eccede si incorre in effetti indesiderati, la caffèina non crea alcun tipo di dipendenza e quindi non costringe ad aumentare le dosi. In definitiva è un ottimo antidepressivo e stimolante del tutto naturale da ingerire attraverso gustose tazzine di caffè.